forse

martedì 20 febbraio 2018

Un Paese per bene

In questa campagna elettorale mancano proprio i freni inibitori, cosa che normalmente accade a malati di mente, ubriachi o persone sotto l'effetto di sostanze.
Dalle menzogne spudorate al fango nel ventilatore è stato niente, mi sono venuti a noia e me ne infischio anche degli orecchini della Gruber: non li guardo più.
Ieri però mi sono vista Presa diretta su rai replay e mi è partito l'embolo.
L'impopolare jobs act è stata solamente l'ultima di una lunga serie di porcherie ai danni dei lavoratori, come dare un calcio nei denti ad un malato terminale dove la malattia si chiama "cooperative".
Tutte le pubbliche amministrazioni hanno esternalizzato oltre ogni limite di decenza, i barellieri dentro all'ospedale non sono personale che serve occasionalmente, eppure sono in appalto come gli operatori ecologici dei comuni e milioni di lavoratori sfruttati e mal pagati... ormai anche l'infermiera che mi fa il prelievo del sangue è dipendente di una dannata cooperativa.
Parlare di chi ci guadagna e cosa sarebbe solo sterile retorica.
Se potessi scrivere al prossimo Governo come i bambini fanno con Babbo Natale gli chiederei di porre fine a questa macchina dello sfruttamento e basta cooperative di comodo: ciascuno assuma il personale necessario come si usava quando questo era un Paese per bene.


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