forse

sabato 15 dicembre 2018

Fateli smettere

Dispiace, ovviamente dispiace la morte prematura di chiunque, ma provo un vago senso di nausea quando i giornali titolano "un italiano tra le vittime" come cani davanti a un osso con brandelli di carne: il fatto darà da scrivere/parlare per giorni e giorni.
Quanto meno gli appioppano un carattere solare, l'essere amato e benvoluto da tutti e le buone parole del parroco.
Ma questo è sempre stato, dai tempi di Alfredino Rampi caduto nel pozzo a Vermicino, la morte in diretta è diventata morbosa consuetudine e ormai anche la famosa "casalinga di Vigevano" ha imparato che a piangere un morto, sia pure sconosciuto, sui social ti coprono di like.
A Palermo una donna - sembra con l'aiuto dei due figli maggiori, ha accoltellato nel sonno il marito-orco.
Non possiamo e non dobbiamo abituarci alle violenze domestiche e/o di genere che quotidianamente sfociano in tragedia.
Si è fatto e si fa (giustamente) un gran baccano per i vaccini, quindi il concetto di prevenzione non sarebbe oscuro, possibile che non si possa tener conto che anche quando il morto è uno solo le vite rovinate sono molteplici?
I giornali ormai dedicano miseri trafiletti a queste tragedie che si dovrebbero evitare... e non ho voglia di retorica ulteriore.


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