forse

lunedì 26 novembre 2012

Giorni contati

-30
Il dolore fisico, ad un certo punto, diventa come un convivente, immagino sia un mio modo per sentirlo leggermente distante da me, un po' con l'aiuto dei farmaci e, in parte, con un piccolo sforzo di fantasia: gli ho dato un nome e un'identità fisica, lo immagino usare vari strumenti di tortura e, come nei migliori cartoni animati: io gli sopravvivo.
Angelo, il giovane vestito da musicista, che si diverte ad infilarmi aghi arroventati fra le costole, ad usare una motosega per la pancia, piantarmi una scure fra le scapole e spaccarmi il cranio con un trapano cigolante,  ha iniziato a darmi delle sonore martellate ad un ginocchio.
Naturalmente questa convivenza non mi piace, ma cercare di odiarlo, protestare o farne una ragione per essere di cattivo umore gli darebbe un potere anche mentale che non sono disposta a riconoscergli: può farmi a pezzi e procurarmi molto dolore, io, però, so che sopravvivo e l'osservo con indifferenza.
Di solito questo clima di indifferenza, in tutte le convivenze, precede di poco l'allontanamento fisico di uno dei due, così adesso inizio un nuovo conto alla rovescia: il preavviso per Angelo.
Se ne andrà, fuori dai piedi, con tutte le sue carabattole, entro 30 giorni.
Lo vedo che mi osserva preoccupato, ma non mi lascio intenerire: nel mio film animato posso essere io quella che fa a pezzi i suoi giocattoli.
Per iniziare, la motosega non funziona più.


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