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Nel mio fantasioso mondo dei perché, sono giunta alla conclusione che molti bianchi sono razzisti per una banale questione di invidia.
I maschi lo fanno di continuo di fissare, osservare e commentare le belle donne per la strada, si sentono socialmente autorizzati ad esprimere il loro "gradimento".
Io non mi sono mai sentita meno di un uomo, certo sono un uomo molto più educato e rispettoso della media e non elargisco commenti sessuali a sconosciuti perché sono molestie.
Ieri ero ferma ad un semaforo ed ho visto apparire questo giovane di colore di una bellezza sconcertante. In tutta la mia vita non mi era mai capitato di rimanere incantata a fissare un essere umano come succede con un capolavoro in un museo.
Era circa uno e ottanta e indossava una di quelle canotte bianche a costine da Fantozzi, ma addosso a lui sembrava un capo d'abbigliamento ricercato; un paio di jeans normali e sandali infradito di cuoio, non un orologio o un accessorio, perché la semplicità è un tipo di nudo artistico.
Aveva la pelle color cioccolato fondente 90% dall'aspetto vellutato che ricopriva quel corpo perfetto, una vera meraviglia: spalle larghe e muscoli scolpiti da qualche artista esperto, sui fianchi stretti fasciati dentro ai jeans, anche i piedi erano belli e privi di difetti.
Il volto, oltre che bello, emanava una simpatia piena di una gioia di vivere che normalmente osservi nei bambini.
S'è accorto che lo fissavo e mi ha elargito un sorriso da farmi tremare le ginocchia, dandomi la gratificante impressione che fosse lui a trovare bella me, mi ha domandato in inglese dove stavo andando, come quei gatti randagi che senza un motivo ti vogliono seguire... un'avventura o un sogno?
Ho scelto di tenermi il sogno.
Nel mio inglese sfigato gli ho detto: "sei un capolavoro", ho ingranato la prima, lasciando quel cumulo di sogni lì all'incrocio.
1 commento:
Ottima scelta, Adriana.
A volte risvegliarsi dai sogni lascia l'amaro in bocca. Così invece... non si sa!
Ciao!
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