forse

lunedì 26 settembre 2016

Senza scrivere

Le convalescenze sono anche peggio delle ferie perché nessun tragitto ti separa fisicamente dal vivere-come-mi-pare e il vivere disciplinato scandito da orari ed incombenze, allora il trauma del ritorno alla "normalità" è maggiore.
Dopo la pastiglia delle sei non sono ritornata a dormire, non ho avuto la pigra colazione in modalità Mulino Bianco con i cartoni animati davanti e nemmeno ho passato un mucchio di tempo in bagno a spalmarmi di creme profumate.
Non ho sfogliato i giornali on line spaparanzata a letto in mezzo a otto cuscini con i piedi sotto le coperte per l'aria fresca del mattino e il suo coro di odori di caffè domestici... sono andata via pensando "torno presto".
Ma la casa dopo il mio tradimento mi ha accolta con il broncio e il profumo della mia crema come se l'avesse usata lei, il caffè bevuto a metà sul tavolo con la faccia offesa da sembrare solido, il sole ovunque a evidenziare la polvere e i dannati bigliettini sulla porta con date e ore da non dimenticare.
Avrei ripreso la storia dalla colazione, ma la vita da persona attiva accende l'ansia e un assurdo bisogno di "fare" chissà cosa: mi sento esausta solamente al pensiero, ma sono uscita dal loop: anche oggi ho fatto la pasticcera... qualcuno mangerà i miei capolavori.
Mi rilasso sfornando torte e pasticcini... non è vero che scrivo sempre.

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