forse

martedì 5 aprile 2016

Lettere di niente

Sono stata al vivaio perché non ce la faccio proprio ad aspettare maggio: per tutta la vita mi hanno consigliata di aspettare maggio per i fiori da balcone ed il basilico.
Il problema non è stato il mese, ma il commesso: c'era quello antipatico, per fortuna sto imparando alcuni nomi scientifici delle piante e così sembro una che se ne intende.
Gli ho chiesto alcune varietà di ipomea batatas, ne aveva solo due, per le altre ritornerò quando c'è il commesso simpatico.
Sono piante così belle da non aver bisogno di fiorire, alcune lo fanno, ma questa screziata di tre colori è stupenda.
Spesso mi viene voglia di fare di quelle cose che più che pensare c'è da concentrarsi, fare attenzione e niente da inventare: piante nei vasi, torte nel forno, cucire dei cuscini e magari allineare le carte sulla scrivania senza nemmeno leggerle.
Sogno di ritirarmi in campagna e costruire giocattoli di legno, ricamare o lavorare a maglia.
Insomma siamo proprio tante, ma questa specie di Nonna Papera che vive in me ancora non mi ha detto come si chiama... è andata via al tramonto perché non vuole sapere nulla della guerra.
Al tramonto Giulia vuole occuparsi di storie e di pensieri e mette quei sogni piccoli come francobolli su lettere che scrive e non spedisce mai.


3 commenti:

Franco Wendler ha detto...

Caspita.
Ho riletto questo scritto 4 volte. L'ultima parte, poi, e' degna di grandi scrittori. Mi ricorda Isabel Allende, Garcia Marquez.

Adriana ha detto...

non mi farai arrossire Wendler... grazie :)

Scassandra ha detto...

Concordo con il commento precedente. Questo pezzo ha un ritmo strepitoso! Complimenti!

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