forse

domenica 25 ottobre 2015

Pensare di volere

Salvador Dalì
Almeno per un giorno possiamo sentirci fighi per esserci alzati presto, senza avere sonno, fare colazione tipo "mulino bianco", seduti a tavola in cucina... anche se tutta quest'energia di domenica non ha nemmeno senso.
Lo stomaco farà rumori imbarazzanti in un orario imbarazzante e mangeremo fino all'ultima patatina di quelle che ti portano con l'aperitivo, pranzeremo ad un orario ospedaliero e mangeremo troppo che sembrerà Natale.
Qualcuno si metterà a delirare sul sole e il clima mite mentre l'abbiocco pomeridiano reclamerà i suoi spazi e mentre vi domandate dove diavolo bisogna spostare le lancette: avanti o indietro? qualcuno esclamerà: "toh, ma è già buio!"
La lunga ed estenuante mattina sarà finalmente finita e la vita avrà un nome scientifico: jet lag.
Questa mattina mi ero illusa che il maledetto campanile fosse rotto perché sono convinta che se desideri una cosa proprio tanto, prima o poi si avvera, in effetti il campanile non è il mio chiodo fisso e adesso trascorrerò il resto della giornata domandandomi che cos'è che vorrei proprio tanto?
In questo momento non lo so, spero non mi siano caduti i pensieri sul cuscino mentre dormivo.





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