forse

giovedì 19 febbraio 2015

Cosa volevo

Se fossi in grado di scrivere poesie di certo non parlerei d'amore, tramonti e cose varie.
Io scriverei poesie e canzoni sul tepore del letto alle sette del mattino, quando un'implacabile sveglia salta dalle tre di notte all'ora di alzarsi in soli quindici minuti.
Non mi sono mai sentita tanto criminale come quando andavo a svegliare mia figlia che dormiva come un angelo e quanto riesco a detestare il mondo nell'abbandonare quella perfetta condizione di tessuti e temperatura che è il mio letto.
Le schifose notizie del mattino sono tutte inventate per farmi sentire meno defraudata, ma riesco a sollevare la polemica che quello non è un mondo per cui valga la pena alzarsi e se poi quelle cose sono vere? ... è pure peggio.
Vorrei una dignitosa mediazione e rimanere un'ora a leggere nel letto, godermi un po' d'ozio come se potessi scegliere, senza avere fretta, senza doverlo misurare il tempo: usare tutto quello che ci vuole per ogni cosa.
Cinquant'anni di infanzia e una manciata di mesi da "persona matura" per rifugiarsi presto in una rispettabile senilità da dove non rimpiangerei una gioventù trascorsa a sbagliare tutto, anni passati a cercare di prendermi sul serio e senza mai capire come fanno "gli altri" quando con ironia ti chiedono cosa volevi fare da grande...
Io da grande volevo rimanere una bambina.

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