forse

domenica 21 dicembre 2014

Rompere le scatole

Oggi senza nessuna particolare droga, riesco a rimanere di un umore ilare anche dopo essermi spezzata un unghia e fatta sanguinare un dito per aprire una confezione di cedro a cubetti.
Fanno venire un tale nervoso le varie "linguette" di plastica che ti si spezzano regolarmente tra le dita che poi si esagera... e il cacciavite lo so, è inappropriato.
Internet ci permette di comunicare con grande facilità, così la scorsa settimana, dopo l'ennesima battaglia con la pellicola della vaschetta di ricotta, ho cercato il produttore e compilato l'apposito form con la mia lamentela.
Il giorno dopo mi ha telefonato un tale con la pretesa che io avessi conservato le vaschette per riferire a lui il numero del lotto. Gli ho spiegato che non dev'essere un problema di un determinato lotto perché ho ricordi antichi di combattimenti  con le vaschette di ricotta della loro marca, ma questo ha insistito perché io cercassi di fornirgli "dati per individuare..." parlandomi pure con una certa spocchia.
In quel momento ho capito di essere al telefono con l'Italia che non funziona, quella che assume gli imbecilli perché i cervelli sono fuggiti all'estero.
Perché dovrei conservare una vaschetta della ricotta vuota dopo averla dilaniata per estrarne il prodotto?
Cosa gli costava a quello là dire qualcosa come "mi dispiace, faremo delle verifiche"?
Per la prossima confezione di cedro a cubetti, mi si spaccasse la linguetta di plastica, invece di compilare un form farò un'interrogazione parlamentare.
Insomma volevo esortare tutti voi a reagire anche per cose piccole e di poco conto perché ogni linguetta di plastica spezzata tra le dita è un nostro diritto sacrosanto calpestato da qualcuno che in cambio si prende i nostri soldi.
Forse è ora di piantarla di alzare le spalle, meglio alzare la testa.

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