forse

venerdì 23 maggio 2014

Irreale

PH. FRANCO WENDLER
La realtà si trasforma di continuo al punto che di reale rimane poco o niente.
Ti ritrovi a vivere un inferno e maledire ogni singolo istante della vita, non pensi al futuro, non lo vorresti avere in quei momenti. 
Poi trascorri del tempo con l'impegno preciso di dimenticare, qualcuno parla di "elaborare un lutto", un tempo tecnico durante il quale il corpo o chissà cosa si adatta, sopravvive e cambiano tutti i numeri sui calendari.
Infine si arriva a compiacersi di averlo "superato" e non è vero, ti è passato addosso senza ammazzarti e se n'è andato, perché neanche l'inferno dura per sempre: eroi per caso.
Di nuovo a far progetti, sorridere e sognare con quella fiala di veleno in tasca e la più ampia facoltà di manipolare i tuoi ricordi... ah, che bella la vita e non è vero niente.
Ti attacchi e ti affezioni al più astratto concetto di "normalità", ci credi come un religioso il suo dio e come un folle le sue allucinazioni. 
Ci credi perché quella teoria è più potente di qualunque droga: la normalità è reale quanto i fantasmi con cui fai conversazione nella notte, ci credi perché il "non può essere" fa parte del sistema operativo.
Se vuoi davvero essere normale devi proprio accettare la realtà, ma non fare troppe domande su cosa diavolo sia questa "realtà".


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