forse

giovedì 17 aprile 2014

Vuoto imperdibile

Fa un freddo antipatico, quel freddo che ti fa sentire inadeguata con il cappotto, perché il cappotto a Pasqua sa di esagerazione.
Una festività un po' di sfuggita, un lungo fine settimana da trascorrere mangiando troppo e, cercando il significato profondo delle uova di cioccolato... ma che sorpresa sarebbe un oggettino inutile dentro a tutto quel cioccolato incartato come la Clerici in prima serata?
Di buono c'è che la puoi passare con chi vuoi, ma quel "chi-vuoi" è relativo quanto la democrazia in Italia o definire intelligente qualcuno solamente perché sa portare il cibo alla bocca usando le posate.
Voglio essere il vuoto attorno a me, il vuoto dentro e pure quello fuori, vuoto senza confini: ampio e silenzioso vuoto.
Non si può concepire e tutti giù a colmarlo di cose immaginate e mai reali. Sembra un gioco creativo questo colmare vuoti, ma più spesso si tratta di puro pettegolezzo.
La gente non si accorge quando taci, ma pensa di sapere cos'hai detto.

1 commento:

Franco Wendler ha detto...

La tua ultima frase è un piccolo capolavoro. Ed anche una grande verità. Mi piacerebbe conoscere il tuo segreto, quello che ti permette di scrivere così, con leggerezza di cose che molti di noi (ma non tutti, eh?) sentono ma che pochissimi sanno esprimere così.
In ogni caso, viva il silenzio! Troppo, troppo rumore...

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