forse

sabato 22 febbraio 2014

Tre parole

Non avevo idea di quanto fosse presto le cinque di pomeriggio viste da metà mattina: quando vorrei dormire ancora un poco, uscire a far la spesa, andare da un parrucchiere che sappia far miracoli, ritornare a casa e prepararsi per essere in libreria a morire di paura.
Ho sempre avuto una proverbiale faccia di bronzo, ma dev'essere rimasta nel cuscino, ho già finito il primo caffè cattivo e mi sento una gelatina.
Oggi c'è Bora Scura, fa freddo e piove orizzontale, piove dentro agli occhiali e tra i capelli piove sulle ginocchia e dentro le maniche del cappotto.
Piove ovunque una pioggia che fa il rumore del vento.
Ci provo ad impedirmi di pensare cosa vorrà da me questo magone, sono dannatamente felice io... però, adesso faccio un bel respiro e glielo scrivo.
Dovunque sia, sono sicura che continua a leggere di tutto.
Nella copertina del libro non c'è nessuna dedica, io vado pazza per le dediche scritte nelle copertine dei libri o frasi, citazioni, sono parole magiche piene di emozione e amore.
La telefonata che avrei voluto fare...
"Pronto, ciao, sono io... no, non ho sbattuto con l'auto e non ho combinato nessun guaio. Ho scritto un libro che è pure divertente. Se non ti da fastidio mi piacerebbe dedicarlo a te... 
e a noi che ce ne importa se è banale? 
Tre parole: alla mia Mamma..."


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