forse

venerdì 16 novembre 2012

Attila

Dentro di me vive un bambino di nome Attila.
Vado matta per la logica di Attila, non è pazzo, anzi, direi un vero perfezionista.
Qualunque cosa "riparabile", anche se non viene aggiustata, ha diritto di esistere: tutto ciò che è irrimediabilmente guasto va distrutto, forse, per non cadere nella tentazione di perdere tempo a cercare di sistemare qualcosa che non funzionerà mai.
Quando avevo un giocattolo rotto, chiamavo mio fratello e si giocava alla distruzione.
Spero che non vengano ad arrestarmi se penso che il nostro paese non sia più riparabile, perché non c'è più nessuno da eleggere, nessuna democrazia e nessuna costituzione che venga rispettata... è un gioco del Monopoli con regole fasulle, troppe caselle della prigione e troppi alberghi sul Parco della Vittoria.
Ovvio che chi ha tutti quegli alberghi vuol continuare a giocare, purtroppo anche un mucchio di imbecilli che sperano di ritornare al "via" o di lanciare i dadi, ma è rotto, irrimediabilmente, è inutilizzabile.
Il tabellone va distrutto perché a nessuno venga in mente di giocarci ancora. ribadisco il tabellone e non i giocatori, ai quali si comunica gentilmente che il gioco è finito, tipo "fuori di qui", basta.
Ancora più allarmante è il fatto che alcuni giocano a Risiko, su altri tavoli...
Nessuno dovrebbe divertirsi con i giocattoli rotti degli altri, meglio niente giocattoli per nessuno: i bambini hanno fantasia, c'è sempre un nuovo gioco...

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